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Lettera

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Accordi Lettera

Intro:
      

      

      

       
In giardino il ciliegio è fiorito 
     
agli scoppi del nuovo sole,
       
il quartiere si è presto riempito 
                         
di neve di pioppi e di parole
           
All'una in punto si sente il suono 
        
acciottolante che fanno i piatti,
    
le TV son un rombo di tuono 
                                 
per l'indifferenza scostante dei gatti
                                  
come vedi tutto è normale in questa inutile sarabanda,
                    
ma nell'intreccio di vita uguale 
                         
soffia il libeccio di una domanda,
           
punge il rovaio d'un dubbio eterno, 
        
un formicaio di cose andate,
                   
di chi aspetta sempre l'inverno 
                                 
per desiderare una nuova estate...

       
Son tornate a sbocciare le strade, 
 
ideali ricami del mondo,
          
ci girano tronfie la figlia e la madre 
                         
nel viso uguali e nel culo tondo,
           
in testa identiche, senza storia, 
         
sfidando tutto, senza confini,
              
frantumano un attimo quella boria 
                        
grida di rondini e ragazzini
     
come vedi tutto è consueto 
            
in questo ingorgo di vita e morte,
                    
ma mi rattristo, io sono lieto 
                         
di questa pista di voglia e sorte,
          
di questa rete troppo smagliata, 
          
di queste mete lì da sognare,
                
di questa sete mai appagata, 
                           
di chi starnazza e non vuol volare...

      

      

      

     
Appassiscono piano le rose, 
           
spuntano a grappi i frutti del melo,
             
le nuvole in alto van silenziose 
                          
negli strappi cobalto del cielo
       
Io sdraiato sull'erba verde 
           
fantastico piano sul mio passato,
             
ma l'età all'improvviso disperde 
                             
quel che credevo e non sono stato
     
come senti tutto va liscio 
          
in questo mondo senza patemi,
                 
in questa vista presa di striscio, 
                        
di svolgimento corretto ai temi,
             
dei miei entusiasmi durati poco, 
          
dei tanti chiasmi filosofanti,
                     
di storie tragiche nate per gioco, 
                      
troppo vicine o troppo distanti...

      

      
Ma il tempo, il tempo chi me lo rende? 
            
Chi mi dà indietro quelle stagioni
           
di vetro e sabbia, chi mi riprende 
                                 
la rabbia e il gesto, donne e canzoni,
          
gli amici persi, i libri mangiati, 
         
la gioia piana degli appetiti,
          
l' arsura sana degli assetati, 
                      
la fede cieca in poveri miti?
     
Come vedi tutto è usuale, 
            
solo che il tempo stringe la borsa
                       
e c'è il sospetto che sia triviale 
                           
l'affanno e l'ansimo dopo una corsa,
           
l'ansia volgare del giorno dopo, 
        
la fine triste della partita,
                     
il lento scorrere senza uno scopo 
                              
di questa cosa... che chiami... vita...

      

## Credits

DAVID BABIN © UNIVERSAL MUSIC PUBLISHING, UNIVERSAL MUSIC PUBLISHING RICORDI S.R.L