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Nostra Signora dell’Ipocrisia

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Accordi Nostra Signora dell’Ipocrisia

Intro:
             

           

             

           

 
       
Alla fine della baldoria
         
c'era nell'aria un silenzio strano,
           
Qualcuno ragliava con meno boria
          
e qualcun altro grugniva piano
     
alle sfilate degli stilisti
          
si trasgrediva con meno allegria
           
ed in quei visi sazi e stravisti
           
pulsava un'ombra di malattia
       
Un artigiano di scoop forzati
            
scrisse che Weimar già si scorgeva
        
e fra biscotti sponsorizzati
               
videro un anchorman che piangeva
         
E poi la nebbia discese a banchi
            
ed il barometro segnò tempesta,
        
ci risvegliammo più vecchi e stanchi,
                        
amaro in bocca, cerchio alla testa

   
Il mercoledì delle Ceneri
         
ci confessarono bene o male
       
che la festa era ormai finita,
         
ormai lontano il carnevale
        
e proclamarono penitenza
            
e in giro andarono col cilicio
           
ruttando austeri: "Ci vuol pazienza!
           
Siempre adelante ma con juicio!"
         
E fecero voti con faccia scaltra
           
a Nostra Signora dell'Ipocrisia
           
perché una mano lavasse l'altra,
         
tutti colpevoli e così sia,
      
e minacciosi ed un po' pregando
        
incenso sparsero al loro Dio
           
sempre accusando, sempre cercando
                      
il responsabile, non certo io
             

             


     
La domenica di Mezza Quaresima
        
fu processione di etére di Stato,
         
dai puttanieri a diversi pollici,
           
dai furbi del chi ha dato ha dato
        
ed echeggiarono tutte le sere
        
come rintocchi schioccanti a morto,
          
amen, mea culpa e miserere
              
ma neanche un cane che sia risorto
        
E i cavalieri di tigri a ore
           
e i trombettieri senza ritegno
     
inamidarono un nuovo pudore,
         
misero a lucido un nuovo sdegno
             
si andò alle prime con casto lusso
           
e i quiz pagarono buoni milioni
     
e in pubblico si linciò il riflusso
                 
per farci ridiventare buoni
      

    

            

        

     

          


       
Così domenica dopo domenica
          
fu una stagione davvero cupa,
          
quel lungo mese della quaresima
        
rise la iena, ululò la lupa,
         
stelle comete ed altri prodigi
      
facilitarono le conversioni,
       
mulini bianchi tornaron grigi,
         
candidi agnelli certi ex-leoni
           
Soltanto i pochi che si incazzarono
        
dissero che era l'usato passo
          
fatto dai soliti che ci marciavano
          
per poi rimetterlo sempre là in basso
          
Poi tutto tacque, vinse ragione,
            
si placò il cielo, si posò il mare,
         
solo qualcuno in resurrezione,
                        
piano, in silenzio,
              
tornò a pensare...

             

## Credits

GUCCINI FRANCESCO © BMG RIGHTS MANAGEMENT (ITALY) S.R.L., EMI MUSIC PUBLISHING ITALIA SRL